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Napoli

Laser Terapia

Prestazioni

Lo studio è dotato di strumenti all’avanguardia che permettono, insieme alle competenze cliniche e all’esperienza decennale, di eseguire visite oculistiche approfondite e di offrire al paziente diagnosi accurate e trattamenti innovativi e mirati.

 

Diagnostica strumentale

  • Autorefrattometria: un’indagine computerizzata, non invasiva, che permette di valutare in modo oggettivo la presenza di un errore refrattivo (miopia, ipermetropia, astigmatismo) e di quantificarne l’entità in modo rapido;
  • Biomicroscopia: viene effettuata con il biomicroscopio o lampada a fessura, uno strumento che permette di esaminare le varie strutture dell’occhio a elevati ingrandimenti. Lo studio è dotato di biomiocroscopi d’avanguardia in grado di acquisire immagini e video di alta qualità che possono essere archiviate. Tale procedura risulta particolarmente utile per documentare l’evoluzione di una patologia nel tempo;
  • Tonometria: misurazione della pressione oculare fondamentale per la prevenzione, la diagnosi e l’impostazione terapeutica di varie patologie, in particolare il glaucoma;
  • Pachimetria corneale: esame che permette di misurare lo spessore della cornea, fondamentale nello studio di malattie quali il glaucoma, patologie corneali e nella valutazione pre-operatoria di interventi di chirurgia refrattiva. Nello studio sono disponibili pachimetri ottici e a ultrasuoni;
  • Perimetria computerizzata: eseguita con perimetro Humphrey è un esame computerizzato che, grazie al riconoscimento da parte del paziente di una piccola mira luminosa, permette di studiare la sensibilità retinica e l’estensione della visione periferica. Rappresenta un esame molto importante nella diagnosi e nella valutazione della progressione del glaucoma e di altre patologie a carico del nervo ottico così come di alcune patologie neurologiche;
  • Biometria: permette di misurare la lunghezza del bulbo oculare e la distanza tra le varie strutture oculari. Tali misure sono importanti per calcolare il potere refrattivo della lente intraoculare (IOL) che si impianta in corso di intervento di cataratta;
  • Topografia e tomografia corneale: studiano la forma della cornea e delle strutture della parte anteriore dell’occhio. Analizzano infatti, la curvatura anteriore e posteriore della cornea, la profondità della camera anteriore e l’angolo tra iride e cornea permettendo di diagnosticare precocemente patologie ectasiche come il cheratocono e di studiarne l’evoluzione nel tempo. Sono esami estremamente utili, inoltre, nella fase pre-operatoria di interventi di chirurgia refrattiva;
  • Pupillometria: è un esame che valuta il diametro e i movimenti della pupilla quando sottoposta a condizioni di illuminazione differenti. Permette in questo modo, di individuare la migliore strategia chirurgica da utilizzare in pazienti che si sottopongono a trattamenti con laser ad eccimeri;
  • Microscopia endoteliale: rappresenta un esame fondamentale nello studio di patologie che interessano l’endotelio corneale cioè lo strato di cellule più interno della cornea. Studia infatti il numero, la forma e le dimensioni di tali cellule. Risulta pertanto estremamente importante anche prima e dopo interventi chirurgici di cataratta e di trapianto di cornea;
  • OCT (tomografia a coerenza ottica): è un esame che permette di ottenere delle scansioni della retina e in particolare della macula. Fornisce immagini ad alta risoluzione utili a studiare il profilo e lo spessore retinico e ad analizzarne in modo approfondito i vari strati. L’esame è utile a diagnosticare e seguire l’evoluzione di alcune delle patologie che coinvolgono la macula come il pucker maculare, la degenerazione maculare senile e la maculopatia diabetica.

 

Contattologia

La contattologia si occupa dello studio delle lenti a contatto, della loro fabbricazione e della loro applicazione. Le lenti a contatto sono dei dispositivi medici che, oltre ad essere utilizzate per correggere vizi di refrazione (miopia, ipermetropia ed astigmatismo), vengono applicate anche in caso di patologie corneali, come il cheratocono. Grazie all’utilizzo di strumenti moderni e alla collaborazione con contattologi esperti, lo studio offre la massima competenza in tale ambito.

 

Oftalmologia pediatrica e visite ortottiche

Presso lo studio è possibile effettuare visite oculistiche pediatriche e visite ortottiche. Si tratta di visite mirate a escludere o a diagnosticare le principali patologie oculari del bambino, tra cui gli strabismi.

 

Trattamento della blefarite con luce pulsata

La causa principale della Sindrome da Occhio Secco (Dry Eye) è la Disfunzione delle Ghiandole del Meibomio (MGD).
Il ruolo di queste ultime, situate all’interno delle palpebre, è fondamentale per mantenere un buon bilanciamento del pH e la corretta composizione qualitativa e quantitativa del film lacrimale.
Questa condizione provoca un’instabilitá della lacrima causata dall’eccessiva evaporazione che esita in un’infiammazione oculare cronica con iperemia (occhi rossi), bruciore e atrofia degli orifizi delle ghiandole cui possono conseguire infezioni ricorrenti, blefariti, meibomiti, orzaioli, calazi e, nei casi più’ gravi, micro-ulcerazioni dell’epitelio corneale.
Le attuali condizioni di vita (l’utilizzo dei tablet e delle lenti a contatto, le luci artificiali, i riscaldamenti, l’inquinamento atmosferico, ambientale, l’aria condizionata, etc.) contribuiscono ad aumentare il fastidio provocato da questa disfunzione del film lacrimale.
Le opzioni terapeutiche tradizionali consistono in una corretta igiene palpebrale, l’utilizzo di colliri cortisonici ed antibiotici e di sostituti lacrimali nonché di fermenti lattici e integratori.
Negli ultimi anni, tuttavia, si è resa disponibile un’altra opportunità terapeutica: la tecnologia a LUCE PULSATA.
I dispositivi che emettono questo tipo di radiazione luminosa stimolano le ghiandole del Meibomio a riprendere il loro normale funzionamento attraverso il trasferimento di calore, che ammorbidisce e facilita la fuoriuscita del meibum.
Il trattamento è semplice, indolore e le sedute (almeno 3) durano pochi minuti. Il paziente si accomoda su di un lettino. Una mascherina di metallo viene appoggiata sugli occhi per protezione e del GEL viene spalmato sulle palpebre. Una serie di 4-5 Flash vengono applicati sulla cute della palpebra inferiore di entrambi gli occhi. I primi risultati si cominciano ad apprezzare dopo la seconda seduta eseguita 15 giorni dopo la prima ed è possibile che ci sia la necessità di ripetere dei trattamenti “di mantenimento” ogni 8-12 mesi.

 

Trattamento del cheratocono con tecnica cross-linking

Il cheratocono è una patologia degenerativa che comporta un progressivo assottigliamento e sfiancamento della cornea con conseguente graduale calo della vista.
Colpisce soggetti in giovane età e ha un andamento non sempre prevedibile: in alcuni casi la progressione si arresta; in altri, soprattutto se non curata, la malattia progredisce fino a quadri molto gravi che possono richiedere un trapianto di cornea. È importante quindi sottoporsi a visita specialistica periodica sia per poter porre una diagnosi precoce che per monitorare il suo andamento nel tempo.
Nei casi in cui la patologia presenti una progressione, è possibile trattarla con una tecnica chiamata “Cross-linking”. Si tratta di un trattamento poco invasivo che utilizzando raggi ultravioletti e vitamina B2, aumenta la resistenza della cornea bloccando la progressione del cheratocono.

 

Interventi Chirurgici

Chirurgia refrattiva

I vizi di refrazione quali miopia, ipermetropia e astigmatismo possono essere corretti oltre che con l’utilizzo di occhiali o di lenti a contatto, con l’uso di femto-laser e laser ad eccimeri che agiscono sulla superficie corneale o nel suo spessore, rimodellandola (PRK-FEMTOLASIK-SMILE).
Si tratta di interventi sicuri ed efficaci, eseguiti in un centro altamente specializzato che utilizza laser di ultima generazione.
La fase preparatoria consiste nell’esecuzione di esami specialistici che permettono lo studio approfondito della cornea e la personalizzazione dell’intervento. In alcuni casi, quando non è possibile eseguire l’intervento con laser, possono essere impiantate lenti ad altissima tecnologia (lenti fachiche) all’interno dell’occhio.

 

Chirurgia della cataratta

La cataratta è un’opacizzazione del cristallino che, perdendo la sua trasparenza, provoca un abbassamento della vista.
La causa più frequente è l’invecchiamento, colpisce infatti soprattutto le persone anziane. Altre cause possibili sono genetiche, traumatiche ed alcune patologie oculari o sistemiche.
Non esistono terapie mediche per la cataratta.
L’unica terapia efficace è l’intervento chirurgico. Quest’ultimo consiste nel rimuovere il cristallino opacizzato e sostituirlo con una lente artificiale.
Tranne che in casi particolari, l’intervento si esegue con un’anestesia locale evitando di ricorrere all’anestesia generale.
Attualmente è possibile eseguire l’intervento attraverso piccole incisioni con una tecnica chiamata facoemulsificazione: consiste nel frammentare il cristallino e aspirare i frammenti con uno strumento che utilizza ultrasuoni. Dopo aver rimosso accuratamente tutti i frammenti del cristallino, si impianta un cristallino artificiale che viene scelto in base alle caratteristiche dell’occhio e alle esigenze del paziente.
Negli ultimi anni è stato introdotto il laser a femtosecondi o Femtolaser che esegue tagli personalizzati a seconda delle caratteristiche dell’occhio, assistendo il chirurgo nelle fasi più delicate dell’intervento e rendendo questo tipo di chirurgia estremamente precisa.

 

Chirurgia del glaucoma

Il glaucoma è una patologia legata ad un aumento della pressione intraoculare che negli anni causa danni irreversibili alle fibre del nervo ottico.
Viene curato con l’instillazione quotidiana di colliri che abbassano la pressione intraoculare e/o con trattamenti laser.
Nella maggior parte dei casi queste terapie sono efficaci nel mantenere una pressione intraoculare nella normalità, ma quando ciò non basta è necessario sottoporsi ad un intervento chirurgico.
La Trabeculectomia è uno degli interventi più eseguiti e consiste nel creare una via alternativa di deflusso dell’umor acqueo (il liquido intraoculare), protetta da un piccolo “sportello sclerale”; questa procedura consente generalmente di abbassare la pressione intraoculare.
Altra opzione chirurgica, riservata solitamente ai casi selezionati e/o più complessi o refrattari alle precedenti terapie, consiste nell’inserire dei dispositivi di drenaggio (valvole), che permettono il passaggio di umor acqueo attraverso un tubicino introdotto nell’occhio.

 

Trapianto di cornea

Molte patologie della cornea (genetiche, infettive, traumatiche, post-chirurgiche) possono causare una perdita della trasparenza e modifiche della forma corneale con conseguente calo della vista. Non sempre la terapia farmacologica riesce a ripristinare la trasparenza del tessuto e, quando il danno è irreversibile, l'unica terapia efficace è il trapianto di cornea.
Il trapianto di cornea consiste nella sostituzione del tessuto malato con un tessuto sano proveniente da un donatore. Tale sostituzione può essere parziale o totale, a seconda del tipo e dell'estensione del danno.
Quando questo è esteso a tutti gli strati della cornea, viene utilizzata una tecnica chiamata cheratoplastica perforante che consiste nel sostituire la cornea nella sua interezza: viene effettuato un taglio circolare a tutto spessore e la cornea danneggiata viene rimossa; a questo punto viene posizionata e suturata la cornea del donatore.
Quando invece, il danno non coinvolge tutti gli strati corneali, si preferisce eseguire un intervento che permetta di sostituire solo la parte di tessuto danneggiato, lasciando in sede la porzione di cornea sana. Ciò comporta un rischio minore di complicanze e di rigetto.
Se il danno coinvolge solo la parte anteriore e/o intermedia della cornea, si esegue un intervento di cheratoplastica lamellare anteriore profonda (DALK): dopo aver praticato un'incisione circolare sulla cornea, si procede con estrema delicatezza a rimuovere i vari strati corneali fino ad arrivare a quelli più profondi che vengono lasciati in situ; si posiziona quindi la cornea del donatore e si sutura.
Se il danno coinvolge solo la parte più interna della cornea, l'endotelio, si esegue un intervento di endocheratoplastica (UT-DSAEK/DMEK): dapprima si effettuano dei tagli corneali attraverso i quali vengono inseriti degli strumenti all’interno dell’occhio per poter rimuovere l'endotelio; si prepara quindi, la porzione di cornea da trapiantare (lenticolo) e la si inserisce nella camera anteriore dell'occhio grazie ad un iniettore. Si tratta di un intervento delicato, la cui maggiore difficoltà risiede nella manipolazione del lenticolo in quanto estremamente sottile e poco maneggevole. Alla fine dell'intervento la camera anteriore dell'occhio viene riempita con aria, che aiuta il lenticolo ad aderire alla cornea del paziente.

 

Distacco di retina

Il distacco della retina è una delle più serie emergenze che riguardano l'occhio e la vista. Si verifica quando la retina, tessuto fondamentale per la visione che riveste il bulbo oculare dall’interno,  si solleva staccandosi dagli strati sottostanti. Dopo poche ore dal distacco inizia la morte delle cellule nervose e questo provoca la perdita progressiva della vista soprattutto se la porzione di retina distaccata è quella centrale.
Si distinguono quattro tipologie di distacco di retina:
- Regmatogeno (DRR):
è il più frequente ed ha origine da una rottura nella retina cui consegue l'ingresso di liquido nello spazio sottoretinico.
- Trazionale: è provocato dalla formazione di membrane sulla superficie retinica che creano una trazione responsabile del sollevamento della retina. È tipico nei casi di ischemia retinica, che possono essere provocati dal diabete e dalle trombosi venose.
- Essudativo: è determinato dalla presenza di infiammazione o di lesioni vascolari o neoplastiche che provocano l’accumulo di liquidi sotto la retina.
- Forme miste.

Quando il distacco coinvolge la parte più centrale della retina, la regione maculare e la fovea, la perdita di visione è molto più grave e la possibilità di riacquistare la vista può essere compromessa.
Il distacco della retina può verificarsi in seguito a:
- Rotture retiniche per fenomeni di tipo degenerativo o traumatico soprattutto in occhi che hanno già subito interventi chirurgici (per esempio l’intervento di cataratta);
- Diabete;
- Malattie infiammatorie;
- Malattie genetiche come la sindrome di Marfan e la sindrome di Ehler Danlos.

Il distacco della retina è sempre anticipato da alcuni segnali quali la comparsa improvvisa di mosche volanti e corpi scuri fluttuanti (miodesopsie) e/o la percezione di improvvisi lampi di luce e, invariabilmente, si accompagna ad uno scotoma, ovvero un'ombra o una tenda scura che copre parte del campo visivo.
La diagnosi viene posta durante la visita specialistica, tuttavia in alcuni casi è necessario eseguire una ecografia oculare per valutare lo stato della retina.
La terapia del distacco di retina è chirurgica o parachirurgica (laser) e deve essere messa in atto il più rapidamente possibile, per evitare che si possano verificare complicanze quali la perdita completa della vista, l’atrofia del bulbo oculare o talora lo sviluppo di un glaucoma neovascolare.
Il trattamento con laser  (fotocoagulazione) può essere eseguito quando non si sia ancora verificato passaggio di liquido attraverso la lacerazione nello spazio sottoretinico; lo scopo è quello di creare una cicatrice intorno alla rottura.
Una volta che il distacco si è verificato e che coinvolge un'area significativa della retina è necessario l'intervento chirurgico. La chirurgia per il distacco di retina prevede essenzialmente due approcci: la chirurgia episclerale (ab esterno) e la vitrectomia (ab interno).
A causa della gravità della patologia è molto importante ribadire il concetto che nel distacco di retina la prevenzione è un momento cruciale. La comparsa di corpi scuri (mosche volanti) e di lampi di luce (fosfeni/fotopsie) deve mettere in allarme il paziente e spingerlo a sottoporsi al più presto a una visita oculistica.

 

Trapianti di cornea

Molte patologie della cornea (genetiche, infettive, traumatiche, post-chirurgiche) possono portare ad una perdita della trasparenza e/o a modifiche della forma corneale con conseguente calo della vista.
Non sempre la terapia farmacologica è sufficiente a ripristinare la trasparenza del tessuto. In tali casi, quando il danno è irreversibile, l'unica terapia efficace è il trapianto di cornea.
Il trapianto di cornea consiste nella sostituzione della cornea malata con la cornea sana di un donatore. Tale sostituzione può essere parziale o totale, a seconda del tipo e dell'estensione del danno.
Quando il danno è esteso a tutti gli strati della cornea, si esegue una tecnica chiamata Cheratoplastica perforante, che consiste nel sostituire la cornea nella sua interezza: viene effettuato un taglio circolare a tutto spessore e la cornea danneggiata viene rimossa; a questo punto viene posizionata e suturata la cornea del donatore.
Quando, invece, il danno non coinvolge tutti gli strati della cornea, si preferisce eseguire un intervento che permetta di sostituire solo la parte di cornea danneggiata, lasciando la porzione di cornea sana. Ciò comporta un rischio minore di complicanze e di rigetto.
Quando il danno coinvolge solo la parte anteriore e/o intermedia della cornea, si esegue un intervento di Cheratoplastica lamellare anteriore profonda (DALK): dopo aver praticato un'incisione circolare sulla cornea, si procede con estrema delicatezza a rimuovere i vari strati corneali fino ad arrivare a quelli più profondi che vengono lasciati in situ; si posiziona quindi la cornea del donatore e si sutura.
Quando, infine, il danno coinvolge solo la parte più interna della cornea, l'endotelio, si esegue un intervento di Endocheratoplastica: in un primo tempo, si effettuano dei tagli corneali attraverso i quali vengono inseriti degli strumenti con i quali l'endotelio viene rimosso; in un secondo tempo, si prepara la porzione di cornea da trapiantare (lenticolo) e la si inserisce nella camera anteriore dell'occhio grazie ad un iniettore. Si tratta di un intervento delicato, la cui principale difficoltà risiede nella manipolazione del lenticolo in quanto estremamente sottile e poco maneggevole. Alla fine dell'intervento la camera anteriore dell'occhio viene riempita con aria, che aiuta il lenticolo ad aderire alla cornea del paziente.

Laser Terapia

Trattamento laser delle malattie della retina

Il laser retinico viene usato generalmente per distruggere zone di retina malata oppure ottenere delle cicatrici che rinforzino la retina nei suoi punti più delicati.
Con questo strumento si possono curare:

  • Retinopatia diabetica;
  • Edemi maculari (raccolta di liquido nella zona centrale della retina);
  • Rotture e degenerazioni periferiche della retina per evitare che si verifichi un distacco di retina;
  • Occlusioni venose dei vasi retinici;
  • Retinopatia del prematuro (ROP).

Il trattamento viene eseguito dopo aver instillato delle gocce di anestetico ed aver applicato una lente a contatto. Durante la procedura il paziente potrebbe sentire un lieve fastidio, paragonabile a quello provocato da piccole punture. Al termine del trattamento viene rimossa la lente, si instilla un collirio antibiotico ed il paziente può tornare a casa.
Nei giorni precedenti il trattamento non si devono seguire particolari indicazioni se non quelle legate alla malattia di base per la quale si rende necessario il trattamento laser. Il giorno stesso e nei giorni successivi è invece importante non sottoporsi a sforzi eccessivi.
Gli effetti collaterali legati al trattamento laser dipendono dal tipo di trattamento effettuato ed in particolare della zona di retina trattata: pertanto possono variare da effetti non percepibili dal paziente fino a transitori cali del visus. L’effetto collaterale più frequente, ma anche meno grave e che spesso si risolve in poche ore, è costituito da un arrossamento dell’occhio che è causato dalla lente a contatto utilizzata durante il trattamento. Le complicanze gravi della fotocoagulazione laser sono rare.
Il trattamento laser della retina contribuisce a prevenire un calo ulteriore, ma non migliora la vista. Le miodesopsie (mosche volanti), qualora presenti, non scompariranno dopo questo trattamento. Allo stesso modo, possono comparire dopo il laser.

 

Laserterapia per glaucoma

La SLT (Selective Laser Trabeculoplasty) è una procedura parachirurgica mini-invasiva che mira a provocare un abbassamento della pressione intraoculare stimolando in maniera selettiva il trabecolato che è la struttura deputata al deflusso di umor acqueo.
La SLT è un trattamento ambulatoriale che si esegue previa instillazione di un collirio costrittore della pupilla ed uno anestetico. L’efficacia media sulla riduzione della pressione intraoculare è di circa il 20-25%, ma può variare da caso a caso. Un grande vantaggio di questa tecnica consiste nella possibilità di poterla ripetere, anche a distanza di anni, qualora la pressione intraoculare dovesse subire nuovi rialzi.
Vista l’efficacia e la scarsa invasività, le linee guida della letteratura mondiale, considerano ormai la Trabeculoplastica Laser Selettiva (SLT) come trattamento iniziale nel glaucoma ad angolo aperto, tanto che spesso, viene utilizzata in elezione al posto dei colliri che come noto non sono scevri da effetti collaterali.
Il trattamento è indicato: nel glaucoma ad angolo aperto, in quello pigmentario, nell’esfoliativo (PEX), oppure in tutti i casi in cui i colliri anti-ipertensivi oculari non dessero risultati soddisfacenti o non fossero ben tollerati dal paziente.
Dopo essere rimasto per qualche ora sotto osservazione, il paziente potrà tornare alle proprie abitudini. Il risultato definitivo del trattamento sulla riduzione della pressione intraoculare si ottiene in genere dopo 1 mese circa.

 

Capsulotomia Yag laser

La cataratta “secondaria” provoca peggioramento visivo in pazienti precedentemente operati di cataratta. Si può verificare in  un periodo estremamente variabile dall'intervento ed è caratterizzata da una fibrosi della capsula posteriore del cristallino che provoca un progressivo calo del visus. In pazienti che presentano tale problematica si interviene con una tecnica specifica: la capsulotomia, eseguita con laser Yag.
Il trattamento è veloce, sicuro ed efficace, oltre che indolore, e prevede l’applicazione di una lente sull’occhio, dopo aver instillato delle gocce, e la successiva esposizione dell’occhio al raggio laser.
La capsulotomia viene eseguita ambulatorialmente, non necessita di ricovero e il recupero visivo è pressoché immediato. Subito dopo il trattamento si possono riprendere immediatamente le normali attività anche se talvolta si notano dei corpi mobili (macchie, puntini che fluttuano nel campo visivo) che svaniscono, tuttavia, nell'arco di poche settimane.